I pensieri degli insegnanti
Mi viene (da pensare) soprattutto dopo una giornata scolastica, perché non
ho il tempo materiale per mettermi a riflettere fintanto che lavoro; quando
finisce la giornata o già quando salgo in macchina ed esco dal cancello,
comincio a rivedere, scorrendo come in un film, a ritroso, quello che ho fatto
[…], se ci sono stati degli episodi particolari a livello di rapporto coi genitori
o con i bambini o con le colleghe, perché comunque non sei un’isola, fai
parte di un contesto; ci ripenso, cerco di valutare le varie situazioni, poi
magari lascio scemare la cosa e, non so, la sera, quando mi metto a fare qualcos’altro,
magari mi torna ancora in mente; se non è un grosso problema,
non me lo porto addosso più di tanto, cerco un attimino di rivedere le cose e
poi di costruire su quello che ho rivisto
quando ritorno a casa e mi accorgo che, alla mattina, un bambino mi è sfuggito,
oppure che – perché comunque ci si ricade – mi hanno chiamato al telefono,
avevo fretta di finire un lavoro e mi rendo conto che magari un bambino
era venuto a raccontarmi (qualcosa) e io l’ho liquidato in fretta, questo mi
fa dispiacere
Luigina Mortari